Stari Most, Ponte Vecchio di Mostar, Bosnia ed Erzegovina
© Ayhan Altun/Getty Image
Questo Ponte Vecchio non è a Firenze
Per 427 anni il ponte di Mostar, in quella che oggi è conosciuta come Bosnia ed Erzegovina, è rimasto intatto, nonostante si credesse che la sua malta originale fosse composta da albume d'uovo. La verità è che non si sa molto della sua costruzione, avvenuta nel XVI secolo, e dei materiali utilizzati. Tutto ciò che si trova nei documenti storici sono miti e leggende, oltre al nome del costruttore, Mimar Hayruddin. L’uomo fu incaricato da Solimano il Magnifico di costruire un arco senza eguali e minacciato di morte se la struttura si fosse rivelata instabile. Si dice che Hayruddin fosse talmente spaventato da aver iniziato i preparativi per il suo funerale ancor prima della rimozione dell’impalcatura del ponte. Fortunatamente (e con grande sollievo del costruttore), l'arco è rimasto intatto, sospeso a 24 metri sopra il fiume Neretva. Al suo completamento, nel 1566, era il più ampio arco artificiale mai costruito e fu paragonato a "un arco arcobaleno che vola verso il cielo".
Conosciuto anche come Stari Most, o "Ponte Vecchio", il ponte di Mostar vide la sua fine nel 1993, quando crollò sotto i bombardamenti croati durante la guerra in Bosnia. La sua distruzione è stata pesantemente condannata da tutto il mondo, definita con un atto volto a “distruggere la memoria”. Per la sua importanza storica, alla fine della guerra il ponte fu meticolosamente ricostruito, al fine di somigliare il più possibile alla sua versione originale. Riaperto finalmente al pubblico nel 2004, Stari Most è oggi utilizzato quotidianamente dai cittadini, ma è anche palcoscenico delle competizioni annuali di immersione.
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