Vista dalla cupola della Stazione Spaziale Internazionale sopra l'Oceano Pacifico meridionale
© NAS
108 minuti che cambiarono il mondo
Più di sessant’anni fa, l’umanità compì il suo primo passo oltre i confini della Terra. Per millenni abbiamo rivolto lo sguardo alle stelle, immaginando cosa si trovasse al di là della nostra sfera celeste. Poi, il 12 aprile 1961, un uomo cambiò per sempre la storia. Quella mattina, il pilota sovietico Yuri Gagarin salì a bordo della piccola navicella spaziale sferica Vostok 1, diede il via al conto alla rovescia e, mentre il razzo si sollevava verso il cielo, esclamò: "Poyekhali!" ("Andiamo!"). Per l’occasione, vi proponiamo un’immagine scattata dalla cupola della Stazione Spaziale Internazionale, che offre una vista sul vasto Oceano Pacifico meridionale.
Per 108 minuti, Gagarin orbitò intorno al pianeta, osservando la Terra da una prospettiva mai vista prima. Al suo atterraggio, sano e salvo, il mondo non era più lo stesso: l’umanità era entrata nell’era spaziale. Decenni dopo, in suo onore, le Nazioni Unite dichiararono il 12 aprile "Giornata Internazionale del Volo Umano nello Spazio". In Italia, la "Giornata Nazionale dello Spazio" si celebra invece il 16 dicembre, in occasione del lancio del primo satellite italiano, San Marco 1, avvenuto nel 1964. Il sogno di un uomo si è così trasformato nella missione di un’intera umanità: esplorare, scoprire e continuare a spingere lo sguardo oltre l’orizzonte delle stelle.