Monumento vulcanico nazionale di Monte Sant'Elena, Washington, USA
© Don Geyer/Alam
Un vulcano ancora attivo
Oggi è un giorno importante nella storia americana. Esattamente 40 anni fa fu istituito il Monumento Nazionale Vulcanico del Monte Sant'Elena (Mount St. Helens National Volcanic Monument), un'area di 45.000 ettari che fa parte della foresta nazionale di Gifford Pinchot. Monte Sant'Elena divenne tristemente famoso per la sua spettacolare eruzione avvenuta il 18 maggio 1980, l'evento vulcanico più mortale ed economicamente distruttivo nella storia degli Stati Uniti. Ai danni e alle vittime della stessa eruzione, si aggiunsero quelli causati da valanghe di detriti innescate da un terremoto di magnitudo 5.1. Una catastrofe che causò l’abbassamento dell'elevazione della montagna da 2.950 metri a 2.550 metri, lasciando un cratere ampio 1,6 km a forma di ferro di cavallo.
L'eruzione del 1980 segnò una grave crisi per gli ecosistemi terrestri, mentre, al contrario, quelli acquatici beneficiarono notevolmente delle quantità di cenere, che consentì alle specie subacquee di riprodursi in tempi più rapidi. Ci sono voluti circa sei anni per far ritornare la zona alla sua normalità.
Il monumento è stato istituito dal presidente Ronald Reagan per preservare l'area per la ricerca, la ricreazione e l'istruzione. La terra si è ripresa dall’eruzione in maniera completamente naturale. Oggi il Monte Sant'Elena e tutta la zona circostante sono una meta molto amata da escursionisti e arrampicatori, che fanno bene a godere ora dei benefici di questo posto, poiché secondo gli esperti il monte erutterà di nuovo nei prossimi secoli.